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Cure domiciliari, telemedicina, PNRR: un nuovo disegno per la nostra sanità

Come spesso capita, durante il mese di agosto escono – un po’ silenti – provvedimenti molto rilevanti per lo sviluppo del paese: quest’anno il 4 agosto è stata pubblicata l’Intesa Stato Regioni sulle autorizzazioni ed accreditamento delle cure domiciliari.

Si tratta di un documento di assoluta rilevanza se letto in linea con il Piano Nazionale della Cronicità del 2016, con l’Intesa Stato regioni sulla telemedicina dicembre 2020 e, soprattutto, la Mission 6 del Piano NRR.

Partiamo dal PNRR.

La pandemia ha riaperto il confronto sulla necessità di intervenire e rinnovare alcuni elementi chiave del SSN italiano; l’invecchiamento della popolazione comporta infatti una serie di bisogni complessi che richiedono risposte efficaci e soprattutto in termini di servizi integrati: il PNRR (tra gli altri interventi) rafforza quindi l’assistenza per pazienti cronici, disabili e anziani, spingendo l’acceleratore sullo sviluppo di risposte al domicilio del paziente o nella comunità di riferimento attraverso la nascita delle Case di Comunità.

L’emergenza ha inoltre evidenziato l’importanza della tecnologia a supporto e dell’assistenza sanitaria, sia per la presa in carico del paziente a domicilio sia per facilitare la comunicazione tra gli operatori sanitari.

Ne discende che, come in parte già disegnato dal Piano Nazionale della Cronicità (pre Covid), la casa diventerà il primo luogo di cura del paziente (per una analisi approfondita si legga Monitor 45 di Agenas) e la telemedicina si avvia a diventare parte integrate (e determinante) del sistema di erogazione delle prestazioni (si veda l’interessante servizio RAI SuperQuark – Il boom della telemedicina – del 25 agosto 2021).

Da qui la rilevanza dell’Intesa Stato Regioni sulla telemedicina (dicembre 2020), poi in agosto la successiva Intesa sulle cure domiciliare, con requisiti specifici e dettagliati anche sull’utilizzo delle tecnologie.

Si apre quindi un nuova stagione per chi investe in sanità nella quale si dovrà passare attraverso

un ripensamento degli spazi per la salute, 

l’ottenimento di  nuove autorizzazioni per le cure domiciliari,

la definizione dei nuovi processi clinici con l’utilizzo di tecnologie avanzate (oggi sottoposte al nuovo Reg. Ue  2017/745 sui dispositivi medici),

il rispetto dei pazienti nell’utilizzo dei loro dati in ottemperanza al Reg. Ue 2016/769 (c.d. GDPR).

Siamo di fronte ad una grande sfida, forse la più rilevante dalla istituzione del nostro SSN nel 1978: non possiamo perderla!

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